5 / 03 / 25

Quando la morte giunge all’alba. Un’intervista a Giulia Bonomo

Ho avuto il piacere di incontrare sui social il profilo di Giulia Bonomo, una scrittrice emergente di Modica. Ha vent’anni e la cultura è la sua più grande passione, tra arte, scrittura, musica e cinema. Questi suoi interessi avranno sicuramente influenzato il suo percorso di studi: frequenta il corso di design della comunicazione visiva all’Accademia […]

Ho avuto il piacere di incontrare sui social il profilo di Giulia Bonomo, una scrittrice emergente di Modica. Ha vent’anni e la cultura è la sua più grande passione, tra arte, scrittura, musica e cinema. Questi suoi interessi avranno sicuramente influenzato il suo percorso di studi:

frequenta il corso di design della comunicazione visiva all’Accademia di belle arti di Catania, per poter ambire alla figura di designer di interni e rendere un lavoro il suo amore per il colore e la creatività. Si può dire che la sua personalità è caratterizzata da tutto questo, Giulia è anche una ragazza fuori dagli schemi che sa farsi voler bene con il suo carattere molto socievole, e le migliori amicizie sono nate in caffetterie che frequenta abitualmente. Uno spirito solare che trae energia da lunghe passeggiate al mare e dalle piccole cose, come terminare puzzle di quadri d’arte.

Ma se sono qui a scrivervi di lei è proprio per parlare del suo desiderio più grande, ovvero “quello di diventare scrittrice per fare conoscere il mio immaginario e il mio modo di scrivere, vorrei trasmettere delle emozioni e trasformare un romanzo in un’esperienza unica che permetta al lettore di immergersi totalmente e sentirsi parte di questo mondo parallelo” e con la pubblicazione di “Quando la morte giunge all’alba” sicuramente questo sogno è sulla via di potersi realizzare.

Non mi dilungo oltre perché vorrei farvi conoscere Giulia dando voce a ciò che ha da dirci riguardo il suo romanzo e sul suo percorso con la scrittura, perché ritengo che uno scrittore e una scrittrice si impara a conoscerli anche leggendo come si approcciano a domande come queste.

Da cosa nasce “Quando la morte giunge all’alba”?

“Quando la morte giunge all’alba” è il mio romanzo d’esordio, ma prima di esserlo era una semplice storia su un foglio di carta. Non avevo ancora maturato l’idea di volerne scrivere uno, però durante la stesura uno dei personaggi ha espresso la volontà che la storia non doveva concludersi in poche pagine, ma doveva avere un seguito. Il titolo è nato a metà romanzo e prima di esso ne avevo scelti alcuni che si sono rivelati inadeguati perché la storia diventava sempre più complessa, e il titolo selezionato al momento era quasi banale. Ho scritto la storia di getto, senza l’utilizzo di appunti o altro se non attaccando al muro i nomi e altri dettagli di alcuni dei personaggi. Era come se stessi svolgendo un’indagine, e questo ha reso la scrittura del romanzo ancora più intrigante. Volevo sapere chi fosse il colpevole, anche se lo sapevo era comunque emozionante condurre questa mia indagine, a modo mio. Ho narrato di un dolore che non era il mio, ma di un fantasma del passato che mi ha accompagnata fino alla stesura dell’ultima pagina. È stato difficile e un po’ triste terminare il romanzo, perché ci si lega ad alcuni personaggi e senza saperlo forse ci accompagneranno per molto tempo.

C’è qualcosa che ti ha ispirata particolarmente?

Non ci sono stati eventi particolari che mi hanno ispirata a scrivere il romanzo, ma dentro di me avevo un desiderio represso: quello di volere raccontare una storia, ma non una semplice storia. Mi piace credere che ogni scrittore abbia i propri fantasmi e che questi ti chiedano di scrivere la loro storia. Per me è stato così, sentivo di avere qualcosa da raccontare ma che non era qualcosa di mio, bensì di un fantasma che da sempre ha abitato la mia anima e mi ha narrato la sua storia. Per quanto possa sembrare irreale o folle è dalla follia che nascono le storie più profonde. Sono stata lo scribacchino del mio stesso fantasma ed è da lui che è nato il romanzo.

Come mai la scelta di questo titolo?

Ho scelto questo titolo perché come primo obiettivo volevo dare un volto, un’anima e un corpo alla Morte. Me la sono immaginata con indosso semplici abiti, che camminava per la città e diventava l’ombra di Lui. Come un’ombra che si è annidata nell’animo e nel corpo dei miei personaggi. Il titolo di un libro è davvero molto importante perché deve riassumere un’intera opera in poche parole. Il mio è un romanzo che parla di delirio, follia, solitudine, atti d’amore mancati e molto altro ancora. Comprendo che i temi affrontati nel romanzo siano molto cruenti e cupi, ma spero che i miei potenziali lettori riescano a perdonare e dare nuova vita ad alcuni dei miei personaggi.

Hai incontrato qualche difficoltà durante la scrittura?

Ho incontrato una serie di difficoltà a metà romanzo, dovendo addirittura fermarmi per un breve periodo. Ho avuto un momento di difficoltà perché era diventato difficile, quasi impossibile, continuare a scrivere, perché avevo iniziato a soffrire per i miei personaggi che io stessa avevo condannato a morte. Pensavo di avere sbagliato tutto o addirittura di non essere in grado di continuare la storia, ma poi dopo una breve riflessione mi sono resa conto che dovevo continuare a scrivere, il mio fantasma mi chiedeva di proseguire e non potevo rinunciare alla storia. Alla fine sono riuscita a concluderla e sono orgogliosa di questo, perché purtroppo può capitare di non riuscire a continuare una storia e lasciarla ingiallire tra le tante pagine di fogli svolazzanti.

Hai mai pensato a mollare la scrittura di questo romanzo o hai sempre creduto in questo progetto fino alla fine?

Per mia natura odio abbandonare un progetto, perché bisogna arrivare fino in fondo per sapere se questo sia valido oppure no. Come detto precedentemente, all’inizio volevo mollarlo e dimenticarmene completamente, ma quando si inizia a scrivere una storia bisogna concluderla, altrimenti i personaggi rimangono sospesi in un limbo che non riescono loro stessi a vivere, anche se è solo attraverso le pagine. Per me i personaggi sono fondamentali, motivo per cui dedico molta cura nei dettagli e nella loro descrizione. Hanno un’anima e un corpo, anche loro hanno bisogno di risposte e di essere vivi.

Quanto è importante per te l’uso dei social per la promozione di un libro?

Prima della pubblicazione del libro non era mia abitudine utilizzare molto spesso i social, se non per pubblicare qualche mio scritto. Adesso cerco di essere molto attiva per fare conoscere al meglio il mio libro e quindi pubblicando brevi estratti, miei pensieri sulla scrittura o altro inerente al romanzo o alla scrittura in generale. I social se ben utilizzati permettono di avere un riscontro positivo, di poter fare nuove amicizie e soprattutto di fare conoscere se stessi e la propria opera. Sono sempre del parere che un dialogo diretto con i lettori sia importante perché si ha un feedback diverso, ma i social aiutano anche perché permettono di raggiungere più persone, il proprio messaggio può raggiungere luoghi lontani e soprattutto il messaggio ha più di una voce, quella di chi ci legge. Mi auguro sempre che i miei scritti destino curiosità e colpiscano l’anima del lettore.

Come presenteresti “Quando la morte giunge all’alba”?

“Un romanzo senza tempo e con un’anima dai mille volti. Una lettura complessa, ma non appena si inizia a leggere si viene rapiti dai luoghi, dalla storia e soprattutto dai personaggi. Ognuno di loro ha una storia incredibile e potrebbe rispecchiare una parte di noi. Esplora i deliri e le follie umane trascinandoti in una spirale di odio e atti d’amore mancati. Ogni storia è unica. Non è un semplice romanzo con una storia semplice, nasconde un passato travagliato con risvolti sconvolgenti che ti porteranno a mettere in dubbio te stesso e a riscoprirti. Il dolore non riguarda solo il corpo ma anche l’anima e nel mio romanzo ci sono anime che aspettano di essere ascoltate e forse assolte”. Ecco come presenterei il mio romanzo.

Che canzoni assoceresti al tuo romanzo?

Credo che una sola canzone non sarebbe sufficiente per raccontare il mio romanzo, ma una in particolare mi ha sempre accompagnata durante la stesura: La marcia funebre di Chopin. Per quanto possa essere cupa, in me ha sempre risvegliato qualcosa e alla fine di essa ho sempre trovato qualcosa che creava in me gioia. Ovviamente ci sono tantissime altre canzoni come Creep dei Radiohead, qualche canzone di Mina oppure le colonne sonore dei film come Shining, film tra i miei preferiti in assoluto. Mi piace ascoltare musica di diverso genere e soprattutto che mi possa accompagnare nel lungo viaggio della scrittura. All’inizio quando si scrive si ha la sensazione di essere in mezzo ad una strada senza uscita immersa nella nebbia, ma quando le storie prendono forma e ci si accompagna di buona musica, trovare l’uscita, nonché le prime parole per il romanzo, tutto sembrerà meno complicato e più piacevole. La musica occupa un posto speciale nel mio cuore, dato che da qualche anno suono il basso e condivido questa passione con la mia band, che mi ha sostenuta nel progetto del romanzo.

Quanto è importante per te la scrittura?

Per me la scrittura è fondamentale, mi ha sempre accompagnata in ogni momento e dovrebbe essere così per tutti. La scrittura permette di scoprirsi e di mettere a nudo verità che non abbiamo il coraggio di ammettere. La carta è come se avesse una propria memoria: scrivi, cancelli e ancora scrivi, e i tuoi pensieri rimangono lì incisi per sempre, finché il trascorrere del tempo non avrà ingiallito le pagine, ma le parole saranno ancora lì. Le parole sono senza tempo. Mi piace scrivere ovunque e poi rileggere quello che ho scritto. La scrittura ha un valore unico e straordinario che permette a chiunque di sentirsi vivo e soprattutto di vivere mille e più vite. Puoi essere chi vuoi.

Qui a Caffè letterario c’è sempre spazio per accogliere la parola di scrittori e scrittrici emergenti che vogliono farsi conoscere e far conoscere i propri romanzi. Vi invito a farmi sapere qui nei commenti o nella chat di instagram le vostre opinioni riguardo a ciò che avete letto e se siete d’accordo o meno con le risposte di Giulia Bonomo.

Ci rivediamo con un nuovo articolo e ogni mercoledì alle 14:30 qui su Radio Urca con una nuova puntata di Caffè letterario!

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